Da solo nella luce
Riccardo Colotti e la poesia a braccio in Ottava Rima, a Tarquinia e nella Maremma laziale, nel Novecento
La nostra Terra, scrigno eterno, custodì, per secoli, un’Arte millenaria, sorta insieme all’Uomo.
Incompresa e disprezzata da potenti ignoranti, essa riaffiorò, grazie a giovani menti nuove.
Ne emerse la trama, avvincente, di un genere alto, còlto, aulico… salvato dall’oblio dei secoli dal Popolo, dai contadini, dai pastori. Proprio questi, infatti, ne risultarono i padri originari.
Sorprendentemente, rivelò la propria autonomia e dignità, mostrandosi come la vera erede della Poesia dei tempi andati, tradita dalle Accademie solo recentemente, stimata da potenti e dotti illuminati, per secoli.
Sopra tutto, si mostrò vera chiave di volta della Storia della Letteratura: zappaterra autodidatti spiegarono a Docenti plurititolati ciò che, da decenni, gli sfuggiva.
Gli studiosi, che pensavano d’imbattersi negli ultimi residui di un’Oralità periferica e secondaria, dovettero, invece, ricredersi ed ammirare un’Arte autentica, che si misurava, a testa alta, colla Scrittura.
Questa Storia mi cercò negli anfratti più oscuri della mia vita, pertinace, poiché voleva e meritava d’essere scritta.
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